Archivio Cristina Pedrana
Personaggio
Nacque nel 1889 a Bormio dove il padre era ufficiale giudiziario, ma traslocò parecchie volte al seguito del padre (Tirano e Bergamo) e poi del marito professore di filosofia Giuseppe Rini (a Brescia e Milano). Rimasta vedova, tornò per qualche tempo a Bormio per poi approdare sulle rive del lago a Gravedona e a Dongo, dove morì nel 1973. Lasciò una vasta produzione letteraria grazie alla quale fu possibile sottrarre all’oblio molte tradizioni e usanze etnografiche che caratterizzavano ancora il mondo contadino, presto destinato a scomparire. Tale imponente lavoro le valse la nomina a Fiduciaria Comitato Nazionale per le Tradizioni Popolari. Fu scrittrice prolifica e aperta a tantissime collaborazioni su stampe e periodici sia a livello locale, sia extraprovinciale e fu anche autrice di articoli di carattere pedagogico e di testi scolastici.
Descrizione
Lombardini ebbe il merito di raccogliere un vasto patrimonio di cultura locale altrimenti destinato a scomparire e renderlo pubblico attraverso racconti e rielaborazioni attente a rispettarne l’essenza popolare. La sua instancabile attività di ricerca, in un periodo particolarmente fiorente per gli studi etnografici, aveva non solo finalità conservative, ma anche didattiche poiché riconosceva ai brani dialettali un “calore letterario” e una capacità educativa particolarmente adatta alla fanciullezza. I suoi racconti coloriti erano ammantati da un’area favolistica a cui però facevano da sfondo vicende reali e l’eco della storia si propaga nelle figure vividamente scolpite, che si trattasse di santi o di diavoli, nobili o popolani: il risultato è un quadro vivente, e quasi lirico, della vita e dell’ambiente alpestre in cui l’umanità dei secoli passati mosse i suoi passi e si temprò con la fatica del vivere.
Periodo
1920-1973